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Se per ogni scelta sbagliata ti togliessero soldi dallo stipendio

Il titolo è chiaramente provocatorio, ma la conclusione a cui arrivo ti sorprenderà.

L'altro giorno su Jobbermag, una newsletter in cui racconto il mondo del lavoro prendendo spunto dallo sport e l'attualità (è seria, ma anche divertente, se ti va dalle un occhio, la trovi a questo link), all'interno di un discorso più ampio, facevo notare come fosse giusto che Perisic dell'Inter reclamasse uno stipendio più alto dopo l'ottima stagione e i due gol decisivi in finale di Coppa Italia, ma che allora avrebbe dovuto, per lo stesso principio, accettare una riduzione dello stipendio a seguito degli errori che han portato l'Inter a perdere uno scudetto già vinto, con annessa perdita economica per il Club/Azienda (se vuoi approfondire l'articolo si chiama "Io, in ufficio, sono Radu").

Chiaramente è un'iperbole.

Anche se nessuno dipendente/professionista/lavoratore si è mai interrogato sulla cosa, tutti noi diamo per scontato di meritare l'aumento a fine anno, ma mai ci chiediamo se lo meritiamo o se, ancor peggio, lo demeritiamo...

Alcuni commenti all'articolo su LinkedIn mi hanno fatto pensare. Eccone un paio.

Ma dai? Non mi è chiaro se non abbiano poi letto realmente l'articolo o se pensino semplicemente che io sia un deficiente. Va bene in ogni caso.

Però la mia conclusione non è che "pensare di meritare, o richiedere, una riduzione dello stipendio" sia un no sense. Ma che essere abituati a subire un impatto economico a seguito di scelte e performance professionali negative è un bell'allenamento.

Infatti su LinkedIn ho risposto così:

Noi cresciuti tra Statistica, Decision making e Poker grazie agli insegnamenti di David Sklansky siamo abituati che ogni nostra decisione sbagliata ci fa perdere soldi. E ci impegniamo al massimo perché questo non accada, ma soprattutto analizziamo profondamente i motivi di quando succede. Così quando poi arriviamo in azienda è tutto una passeggiata di salute.

Infatti nei corsi e le attività formative e professionali al Pokertalk facciamo nostra questa argomentazione di base di David Sklansky riprodotta nella slide qua sotto.

Vincere a Poker è così difficile che anche solo giocarlo con coscienza ci dà un'infinità di insegnamenti che possiamo trasportare nella nostra vita personale e professionale. Che in realtà, specie in ottica Aziendale, è tutta tremendamente più facile: puoi lavorare bene, puoi lavorare male, puoi prendere decisioni giuste, puoi prendere decisioni sbagliate, nessuno mai ti toglierà soldi dallo stipendio, anzi.

Al Pokertalk impariamo invece che ogni decisione deve essere presa cercando di raggiungere l'ottimo possibile di lungo periodo perché ogni distorsione da tale linea ci costa soldi caro mio. Chi approccia il mondo del lavoro con lo stile Pokertalk ha una marcia in più perché conosce il peso delle decisioni e ha la leggerezza di chi è abituato a cercare di non sbagliare mai.

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